
L’accensione dell’albero di Natale firmato Xerjoff non è un semplice gesto simbolico, ma un vero momento di incontro tra estetica, profumeria artistica e comunità. A Milano, dove sono stato invitato per assistere a questo rituale ormai atteso, l’atmosfera era quella delle grandi occasioni: luci soffuse, dettagli curati, un’eleganza che non cerca mai l’eccesso ma si afferma attraverso la qualità e la visione. Voluti dal CEO Sergio Momo, erano presenti anche alcuni tra i più interessanti content creator del panorama lifestyle e fragrance italiano e internazionale, da Gabriela Dzhalalieva a Massimiliano Pedone, da Maria Giovanna Abagnale a Ludovica Robaudo, in un dialogo naturale tra brand e nuove narrazioni contemporanee.

Xerjoff riesce a trasformare un gesto universale come l’accensione di un albero in un’esperienza sensoriale completa, coerente con il suo universo creativo. Non è solo una celebrazione natalizia, ma un’estensione naturale del brand: accogliente, sofisticata, profondamente identitaria. Ed è proprio in questi momenti che si percepisce quanto la profumeria di nicchia, quando è fatta bene, sappia creare legami emotivi autentici.

Un brand che ha fatto dell’eccellenza italiana una firma riconoscibile
A mio parere, Xerjoff è oggi uno dei brand italiani di profumi di nicchia più esclusivi e pregiati in assoluto. Non solo per la qualità delle materie prime o per la complessità delle composizioni, ma per la coerenza totale del progetto. Ogni dettaglio racconta una visione precisa: dalla fragranza al flacone, dal packaging all’esperienza in boutique.

I flaconi, realizzati in vetro italiano Bormioli, hanno una presenza scultorea, quasi architettonica. Il tappo gioiello, iconico e immediatamente riconoscibile, aggiunge una dimensione preziosa senza mai risultare ostentata. E poi le confezioni in pelle, elegantissime, che trasformano il profumo in un oggetto da conservare, da esporre, da vivere. Nulla è lasciato al caso, e tutto parla di artigianalità, cultura e gusto.

Torino, anima del brand e simbolo di rinascita
Non si può raccontare Xerjoff senza parlare di Torino. Città post-industriale per eccellenza, capace di reinventarsi con discrezione e intelligenza, Torino incarna perfettamente quell’eleganza silenziosa che è alla base dell’identità del brand. Ex capitale manifatturiera, oggi polo culturale e creativo, la città ha saputo trasformare la sua eredità industriale in raffinatezza contemporanea.
Xerjoff nasce qui nel 2007, dalla visione di Sergio Momo e Dominique Salvo, e porta nel mondo proprio questo spirito torinese: rigore, profondità, bellezza mai urlata. È una raffinatezza che non ha bisogno di clamore, ma che si afferma con il tempo, come le fragranze che lasciano una scia memorabile.

Profumeria come arte, tra musica, cultura e impegno
Nel corso degli anni, Xerjoff ha dimostrato che la profumeria può dialogare con altre forme d’arte senza perdere autenticità. Le collaborazioni con il mondo della musica – dai Queen ai Duran Duran – non sono semplici operazioni di immagine, ma progetti creativi che uniscono universi espressivi affini.
Allo stesso modo, l’impegno sociale del brand emerge in modo concreto, come nel progetto Save Me, nato per sostenere la tutela della fauna selvatica. In questo caso, il profumo diventa veicolo di consapevolezza, dimostrando che bellezza ed etica possono convivere senza contraddizioni.

Xerjoff e lo sport: eleganza in movimento
La partnership con le Nitto ATP Finals, di cui Xerjoff è sponsor, rappresenta un altro tassello fondamentale del racconto del brand. Il tennis, con la sua combinazione di disciplina, tensione ed eleganza, dialoga perfettamente con la filosofia della maison. Le fragranze dedicate a Torino e all’evento sportivo traducono in note olfattive l’energia del gioco, la concentrazione, l’adrenalina del match point.
È un modo intelligente di raccontare lo sport attraverso il profumo, senza banalizzarlo, ma elevandolo a esperienza sensoriale e culturale.

Un albero che illumina una visione
Tornando all’accensione dell’albero di Natale, ciò che colpisce è la capacità di Xerjoff di rendere ogni evento coerente con il proprio DNA. Non si tratta di semplice decorazione, ma di un’estensione narrativa del brand: luce, profumo, materia e relazione.

In un periodo in cui molti marchi inseguono l’effetto immediato, Xerjoff continua a costruire valore nel tempo, puntando su qualità, identità e profondità. L’albero acceso a Milano diventa così simbolo di una visione che unisce tradizione italiana, ricerca artistica e contemporaneità.
E mentre le luci si accendono e il profumo si diffonde nell’aria, resta la sensazione che Xerjoff non stia semplicemente celebrando il Natale, ma un’idea precisa di bellezza: colta, raffinata, consapevole. Proprio come piace a noi di SpicyGlamour.





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