
Ci sono sfide che non si consumano nel tempo, che superano mode, stagioni e generazioni. Sono quelle che dividono non solo il pubblico, ma l’immaginario stesso. Nel mondo della profumeria, poche case hanno saputo creare un contrasto tanto perfetto quanto Mugler, con i suoi due universi iconici: Angel e Alien. Due fragranze che non si limitano a profumare la pelle, ma la trasformano in un linguaggio, in una dichiarazione di sé. Due poli opposti di uno stesso magnetismo. Due anime destinate a sfidarsi per l’eternità.

Angel: la rivoluzione del desiderio
Quando Thierry Mugler lanciò Angel nel 1992, il mondo della profumeria non era pronto. Abituato a fiori eterei e acque trasparenti, il pubblico si trovò improvvisamente travolto da un profumo denso, gourmand, sensuale fino all’eccesso. Mugler non voleva un’essenza che evocasse giardini o brezze, ma emozioni pure, ricordi tattili e dolci. Nacque così il primo profumo gourmand della storia: un intreccio audace di patchouli, vaniglia, caramello e cioccolato che trasformò l’innocenza del dolce in desiderio, la memoria in seduzione.

La sua boccetta, una stella blu dalle sfaccettature infinite, non era solo un flacone ma un manifesto: il simbolo di chi non teme di brillare, di chi osa essere sé stessa anche quando il mondo si aspetta altro. Indossare Angel significava — e significa ancora oggi — non passare inosservate. È un profumo che precede chi lo porta, che lascia una scia riconoscibile come un ricordo d’infanzia o una promessa di peccato.

Alien: la luce dell’anima
Tredici anni dopo, nel 2005, Mugler decise di raccontare l’altra metà del cielo. Se Angel era la terra, la gola, il piacere, Alien sarebbe stata la luce, la spiritualità, la rivelazione. E così nacque una fragranza che parlava un linguaggio completamente diverso: solare, luminosa, quasi mistica. Alien è il profumo del mistero e dell’energia interiore, costruito attorno a un solo fiore, il gelsomino sambac, che si fonde con note calde di legni e ambra bianca. È una scia che non conquista con dolcezza ma con magnetismo, che non seduce ma illumina.
Il suo flacone, un talismano viola scolpito come una pietra preziosa, racchiude un’aura quasi divina. Mugler lo immaginava come un oggetto di potere, un amuleto per donne straordinarie, consapevoli della propria forza, pronte a lasciare una traccia invisibile eppure indelebile. Se Angel è un morso di piacere, Alien è una rivelazione silenziosa: un profumo che trasforma chi lo indossa in presenza, in luce.

Due anime della femminilità
Due visioni, due temperamenti, due archetipi di femminilità. Angel parla alla donna della notte, a chi cerca l’intensità, la memoria e il desiderio; Alien si rivolge alla donna della luce, a chi incarna la calma magnetica, la spiritualità, la forza interiore. In fondo, scegliere tra i due significa scegliere una parte di sé.

Thierry Mugler non creava semplici profumi. Creava mondi. E questi due universi, così diversi e complementari, continuano ancora oggi a definire il confine sottile tra ciò che è terreno e ciò che è ultraterreno, tra il piacere e l’illuminazione, tra la materia e il sogno.

Essere Angel o essere Alien?
Forse il segreto del loro fascino eterno sta proprio qui: nel fatto che nessuno dei due vince davvero. Perché in ogni donna convivono la dolcezza tentatrice di Angel e la luce misteriosa di Alien. La vera scelta, forse, non è decidere da che parte stare, ma accettare di essere entrambe.




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