
La Haute Couture è quel momento sospeso in cui la moda smette di essere abito e diventa arte pura. A Parigi, sotto le volte dorate di palazzi storici o nei teatri dell’avanguardia, le maison hanno riscritto i codici del sogno. Ecco cinque nomi che hanno lasciato il segno nella settimana più esclusiva dell’anno.
1. Schiaparelli – Il corpo come scultura

Daniel Roseberry continua a scolpire il mito di Schiaparelli, trasformando la passerella in un teatro visionario. Per la FW 2025/26, tra oro fuso, silhouette rigide e dettagli trompe-l’œil, la collezione ha celebrato il corpo come opera d’arte. Un’ode al surrealismo, che mescola potere, femminilità e mistero con l’audacia disarmante di Elsa.
2. Chanel – (R)invenzione romantica

Con Virginie Viard uscita di scena, si apre un nuovo capitolo per Chanel. La collezione è un tributo ai codici eterni della maison — tweed, camelia, perle — ma riletti in chiave ultra contemporanea, quasi liquida. Le linee sono morbide, i colori impalpabili, le decorazioni leggere come una nuvola. Un sogno di grazia senza nostalgia.
3. Giorgio Armani Privé – L’eleganza in sottrazione

Armani non segue le tendenze, le trascende. La couture FW 2025/26 è una sinfonia di sobrietà e splendore, con abiti che accarezzano il corpo come seta liquida. Blu notte, rosa cipria, argento, velluto e cristalli: ogni dettaglio parla di grazia senza ostentazione. Una collezione che incanta senza mai urlare, perfetta per la donna che non ha bisogno di spiegarsi.
4. Viktor & Rolf – Teatralità dadaista

Il duo olandese non delude mai chi cerca lo shock estetico. Abiti rigidi, proporzioni surreali, giochi di costruzione e decostruzione. Il tema? La tensione tra apparenza e identità. Una sfilata che si fa performance, dove ogni uscita è un enigma da decifrare. Couture o anti-couture? Entrambe, e proprio lì sta il punto.
5. Giambattista Valli – Delirio floreale

Petali, tulle e volumi esplosivi: Valli porta il romanticismo all’eccesso. La sua couture è una festa decadente e sognante, che fa l’occhiolino all’alta società e alle principesse moderne. Questa stagione, più che mai, è un tripudio di colori pastello, fiori tridimensionali e gonne che sembrano sbocciare. Un’ode alla femminilità teatrale.
Parigi resta la cattedrale della couture, il luogo dove la moda sfida i limiti del possibile. Tra nostalgia e provocazione, classicismo e sperimentazione, le maison riscrivono ogni stagione il linguaggio del sogno. E noi non possiamo fare altro che lasciarci incantare.




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