Una fashion week breve, intensa, quasi in punta di piedi. La Milano Moda Uomo per la Primavera-Estate 2026 si è svolta dal 20 al 24 giugno con un calendario snello, essenziale. Meno clamore rispetto ad anni passati, come se la città avesse preferito lasciare spazio alla maestosità di Parigi, che l’ha seguita a ruota.

Ma tra le maglie sottili di una settimana contenuta, si è fatta strada una nuova generazione di creativi che sta riscrivendo i codici estetici del menswear. Ecco i 5 nomi che hanno catturato l’attenzione dei social, degli stylist e degli insider: la nuova moda maschile parla chiaro, e non ha paura di essere radicale.

Setchu – Il silenzio che detta legge

Debutto ufficiale a Milano per Satoshi Kuwata, designer giapponese premiato con il LVMH Prize 2023. La sua collezione è un equilibrio magnetico tra sartorialità occidentale e minimalismo orientale, tra drappeggi fluidi e dettagli agricoli in paglia.

Un’estetica calma, sofisticata, che ha fatto il pieno di consensi tra gli addetti ai lavori: Setchu non urla, ma si impone. Ed è già un culto.

PDF – Streetwear con guest star e voglia di rivoluzione

il debutto in passerella di Domenico Formichetti, mente dietro PDF (Post Design Future), è stato uno dei momenti più elettrizzanti della fashion week.

Denim dipinto, volumi XXL, energia da rave metropolitano. Ma soprattutto: una sfilata evento, con ospiti di richiamo della scena urban e trap, tra cui Tony Effe, Rhove, Lazza e altri volti noti della Gen Z.

PDF è il manifesto di una moda che parla chiaro ai suoi simili: è giovane, cruda, iperconnessa.

Magliano – Dolcezza queer e malinconia italiana

Con una narrazione sospesa tra sogno e cemento, Luca Magliano ha proposto una collezione intima e densa di significato.

Abiti oversize come corazze gentili, tessuti sbiaditi dal tempo e un short film onirico che ha accompagnato la sfilata con un’estetica da cinema d’autore.

Magliano è ormai un nome consolidato tra i nuovi poeti della moda italiana: il suo è un romanticismo queer, urbano, vero.

Mordecai – Geometria e silenzio

Forse il nome meno noto, ma proprio per questo il più sorprendente. Mordecai ha presentato una collezione dalle forme architettoniche, con volumi puliti e tessuti strutturati, tra minimalismo e brutalismo soft.

Un’estetica sofisticata e colta, che ha attirato l’attenzione degli insider più esigenti. Un nome destinato a crescere rapidamente.

Our Legacy – Nordico sì, ma con anima

Il brand svedese ha festeggiato il suo 20º anniversario a Milano con la capsule “B-sides”: una rielaborazione dei capi più iconici d’archivio, riattualizzati in chiave contemporanea.

La sfilata non era in calendario ufficiale, ma il buzz è stato reale. Con la sua estetica post-industriale e coolness senza tempo, Our Legacy ha ricordato a tutti che l’heritage può essere sexy, se sai come usarlo.

Milano, laboratorio silenzioso del nuovo

La moda uomo a Milano SS26 è stata una sfilata di contrasti: sobria nei numeri, ma potente nei messaggi.

Se Parigi è ancora il regno dei colossi e delle maison storiche, Milano si è ritagliata il ruolo di laboratorio sperimentale dove i nuovi talenti possono respirare, testare, esplodere.

Il futuro della moda si costruisce anche nei vuoti, nei silenzi, nelle settimane “fiacche” che lasciano però spazio alla voce di chi vuole cambiare davvero.

E Milano, nel suo essere contenuta ma visionaria, resta il terreno fertile dove tutto può iniziare.

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